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E' andata, anche quest' anno.
La Favera è la Favera, c'è poco da fare.
Sia che si guidi, sia che si navighi, sia che vi sia tanta neve o poca, il fascino, la tensione, la fatica, la bellezza di questa gara rimane unica.
Non c'è altra manifestazione in Italia che ti coinvolge e ti appassiona (e ti diverte) in questo modo.
Se siamo appassionati di guida e non facciamo questo giochino solo per vedere chi è più bravo a fare zero, questa è la manifestazione più appagante.
Inizio con i complimenti.
Complimenti a Covaz, il vincitore.
Già avere la fortuna di godersi e guidare quel capolavoro di macchina che è la Lancia Stratos ha un valore immenso.
Quando poi arriva anche un risultato del genere, immagino che la gioia sia straripante.
E si vedeva, dall'incipiente commozione dopo il racconto dell'aneddoto della foto su Autosprint.
Da essere fotografato sul percorso di un rally nel 1977 come ufficiale di gara, colpito dai sassi sparati dalla Stratos di Munari di traverso, ad essere premiato dopo una gara fatta su una macchina uguale dallo stesso Munari.
Se esiste una possibilità che i sogni si avverino, ieri sera ne abbiamo avuto una prova certa.
Sono davvero contento, e un pò mi sono commosso anche io.
Complimenti ai Top Drivers presenti, come Canè, Rimondi, Fontana eccetera.
Questa è una gara che per tipologia (oscurità, fotocellule, clima, condizioni a contorno) è di per sè "imprecisa". Assai probabile quindi che qualcosa vada storto, e che faccia svanire la possibilità di fare un buon risultato come sarebbe normale, per loro.
Ciò nonostante, ci sono. Si mettono in discussione, accettano i rischi e si buttano nella mischia, dimostrando il loro amore per la guida.
Tanto di cappello, li ammiro per questo.
Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato, che hanno rinnovato lo spirito che dovrebbe essere presente anche a tutte le altre gare: quello giusto del divertimento!
Complimenti a tutti i dodicisti, le nostre amate sono sempre stupende, in grado di stupire e venir fuori da tutte le situazioni.
Complimenti particolari a Sinco, che alla prima gara si difente benissimo e fa un bel risultato. Sono convinto che farete bene in regolarità, siete un bell'equipaggio! Infine, voglio ringraziare Paolo, l'epico.
Se la Favera ha un fascino unico, disputarla insieme a lui diventa sempre indimenticabile.
Una notte di traversi, di risate, spingendo i 40 cavalli del 903cc del 127 allo spasimo.
Appena il fondo si faceva innevato, Paolo si trasformava in Alen, e il 27 si tingeva di Alitalia.
Le macchine riprese in prova erano almeno due, e a volte tre, compresi i Porsche 911. Incredibile.
E arrivati al giallo, il buon Paolo ci provava, perchè è giusto impegnarsi anche in questo.
Abbiamo preso un 300 sulla seconda prova (o sulla terza, non ricordo) per il ghiaccio che ha fatto patinare le ruote facendoci restare fermi, e un 300 sull'ultima, dove siamo arrivati con 6 secondi di ritardo.
Era stanco, provato. Aveva mal di schiena per un ernia a disco che da tempo lo fa tribolare.
Parte tranquillo, forse anche mezzo addormentato.
Poco dopo la metà gli dico "guarda che se non vai, non ci si fà".
L'epico inizia a tirare il povero motore del 127 ma era troppo tardi, il blizz ha finito di sbippare una trentina di metri prima del cartello giallo.
Senza queste due divagazioni, avrebbe fatto solo errori normali per uno che non si allena mai e fa una gara l'anno.
Non importa.
Il divertimento che si prova a stargli a fianco è unico.
E' veramente un ragazzo eccezionale. Gli voglio bene.
Appuntamento al prossimo anno!!!
Skorpio |
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La Favera è troppa roba.
Davvero ti senti come Munari quando sali sulla pedana, poi alle premiazioni Munari, quello vero, te lo trovi ad un metro di distanza..
Prima della gara:
Abbiamo finito l'Elegante giovedì sera montando paraspruzzi, crono bici, luce naviga e assetto, il motore in rodaggio, l'equipaggio in rodaggio, gli strumenti in rodaggio.
Luca la prova, le gomme toccano sui passaruota, così prende la decisione di rinviare la partenza dell'indomani di quel tanto che basta per ribattere i parafanghi all'interno..
Partiamo poco prima di mezzogiorno, le verifiche nel primo pomeriggio, ci accordiamo con Dennis alias "historic" per trovarci strada facendo, ad Arino formiamo una bella carovana assieme al suo Beta Montecarlo e al suo Dodici.
Arrivati a Pd le notizie che giungono sono che tutti partono con le chiodate, quando andiamo a montarle, ci accorgiamo che sono 155R13 quindi con spalla 80, toccano di brutto, non le avevamo nemmeno provate..
Dramma.
Per fortuna Dennis aveva portato di scorta anche le chiodate usate sul 12 lo scorso anno, se non ci fosse stato lui avremmo corso con le termiche e le catene.. Grazie Dennis, la Favera è anche questo, trovare amici che ad un'ora dalla verifiche ti prestano le chiodate, oppure Enio e Paolo che 5 minuti prima della partenza ti prestano una luce naviga di scorta..
Grazie ragazzi, prima di tutto vengono gli uomini, poi anche i motori e le classifiche..
La Gara:
Che dire, inutile aggiungere altro alle immagini che ho postato.
Direi solo che sono fortunato ad aver conosciuto l'Epico e che il mio numero di telefono sia tra quelli che già ad agosto compone per dire: Vecio, te ghe finì el Dodese pa'a Favera?
Il 12 si è comportato bene, guidarlo sulla neve con le chiodate è fantastico, mi sono preso il lusso di riprendere in prova una Beta coupè, nonostante il motore fosse in rodaggio, quindi gli perdoniamo anche i problemini di carburazione dovuti all'altitudine che sballavano il minimo, come hanno ben sintetizzato i ragazzi del GuGu in assistenza mentre pulivamo gli spruzzi del Dmtr:el dodese te porta sempre casa! Alla fine abbiamo anche stupito noi stessi, 36esimi in classifica, con passaggi sempre ottimi per noi principianti, peccato solo un 300 preso sull'ultima prova.
Ringraziamenti:
Un grazie enorme va a Luca alias "oldato" per aver condiviso quest'avventura e per avermi ceduto anche il sedile di sinistra, inoltre un ringraziamento speciale va a suo papà Carlo, il nostro preparatore ufficiale, che ha sopperito a tutte le nostre mancanze.
Grazie di nuovo a Dennis e al suo team, senza di loro non so se avremmo preso il via.
Grazie a Enio e Paolo, Scorpio per le dritte sul Mistral, Bibi76 per gli adesivi , Marcodeltona, Pinuccia, l'amico Stefano che ho salutato volentieri in piazza a Bassano, Chicco per gli incoraggiamenti alla partenza, tutto il GuGu.
Un saluto a tutti.
Ci vediamo alla Favera del prossimo anno.
Chiudo il post chilometrico con una considerazione personale:
sono passati anni da quando mi sono iscritto, ho visto parecchie cose cambiare, ultimamente però ho visto la bacheca generale del forum meno ricca di dodicismo che in passato.
So che abbiamo sviscerato tutti gli argomenti sulla nostra amata macchinetta e so anche che ci sono bacheche più "tecniche" dove si continua invece a dare sempre nuovi spunti, la mia opinione però è che la bacheca generale abbia preso un andazzo troppo da bar Sport.
Sinconen
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Coppa “Dalla Favera 2010”
Diario di bordo equipaggio 98
Giovedì 11 febbraio
La radiosveglia gracchia come al solito alle 5.40 del mattino. Mi rigiro nel letto. Ho programmato di partire tra le 6.30 e le 7.00 per essere a Pisa entro le 10.30. Enio ha messo a punto Mandorlina, l’A112 Abarth 70 HP acquistata a Foggia lo scorso anno. Praticamente ha ricostruito la meccanica, escluso il motore. Non l’ho ancora vista, neppure in foto, nell’allestimento Favera. Ho deciso di partire con la Mondeo station per evitare problemi a stare comodo almeno nei primi 360 km. Borsone personale, macchina fotografica e videocamera VHS-C sono pronte vicino alla porta d’ingresso. Alle 7.00 in punto riesco a partire con un po’ di ritardo.
Le previsioni meteorologiche danno brutto su quasi tutta l’Italia, specie al centro nord. E infatti la giornata è uggiosa. Raggiungo Fiumicino da Ostia, dopo qualche incolonnamento sulla Scafa. Poi imbocco la Roma-Civitavecchia e comincia a piovigginare. Vado tranquillo nei limiti di velocità. Il traffico è quasi sparito. Si viaggia tranquilli. La noia del primo tratto di Aurelia con 70 km/h ad ogni incrocio. Raggiungo finalmente Grosseto ed è un sospiro di sollievo. A 110 si viaggia più rilassati. Chiamo Enio. Sono un po’ in ritardo, ma anche Skorpio conta di raggiungerci a Campo di Pisa intorno alle 11.00. Collesalvetti. Poi a una rotonda una Punto Blu mi si accoda. Percorre la mia stessa strada. A campo prende per l’argine dopo di me: è Skorpio, come se ci fossimo dati un appuntamento!
Le notizie sulla viabilità non sono buone. Neve a Bologna e obbligo di catene a bordo. La Punto di Skorpio ne è sprovvista e anzi non è catenabile. Decidiamo di proseguire con la Mondeo come macchina d’appoggio. Mandorlina è bellissima, almeno per me, non ho neppure il coraggio di sedermi dentro.
In autostrada Skorpio è al volante della Mondeo. Ha una guida estremamente rilassante per il passeggero. Piede di velluto, inaspettato in un pilota di rally. Davanti a noi Enio sobbalza ad ogni minima asperità del terreno. Ci sono evidenti problemi agli ammortizzatori posteriori, acquistati nuovi di zecca, ma dell’epoca, e montati con estrema fiducia. Quando si arriva a Firenze c’è la conferma: gli ammortizzatori sono bloccati a tampone. Salutiamo Daniele velocemente e si riparte per Padova, sapendo che il lavoro di Enio sarà duro.
Infatti al campo base allestito a casa di Paolo l’Epico, si dà inizio agli ultimi preparativi. Chiodate sia sulla 127 di Paolo e Roberto sia su Mandorlina. Ma qui il problema si complica. Enio tenta di sbloccare gli ammortizzatori e di raddrizzare la balestra, ma invano. Inutile dire che ha smontato tutto il retrotreno in un batter di ciglio. Rimonta il tutto con qualche miglioramento, ma non è convinto. L’equipaggio 19 partirà domani. Qualche telefonata a Laura, Daniele, Mauro e soci e una coppia di ammortizzatori più balestra arriveranno in tempo per la partenza della gara.
Tutti sulla Mondeo e si va alla pizzeria degli epici. Ci raggiunge Chicco. Poi in albergo per il meritato riposo (meritato da Enio).
Venerdì 12 febbraio
Ci si alza con calma. Poi una colazione abbondante al buffet dell’albergo. Siedo finalmente al posto del navigatore e cominciamo ad organizzarci. Cerchiamo benzina con numero di ottano decente. Shell sparita da ogni orizzonte. Finalmente riusciamo a trovare Agip con blu super. Facciamo il pieno e ci riavviamo verso il piazzale delle verifiche per un primo sopralluogo, in attesa dei ricambi. A un semaforo ci affianca una pattuglia della stradale. “Viaggiate con gomme chiodate: è vietato. Accostate dopo l’incrocio”. Controllano i documenti, ci chiedono che cosa facciamo in quella configurazione. Guardano con attenzione e curiosità il percorso e il road book che ho allestito per affiancare quello ufficiale. Alla fine si scopre che anche uno di loro è appassionato di auto d’epoca e possiede una 500. Ci raccomandano di non andare troppo in giro per Padova a rovinare l’asfalto e ci fanno gli auguri.
Si raggiunge il secondo campo base nel piazzale della fiera. Ci sono Roberto V. e Anna Maria, la sua gentile signora, con la loro Fulvia HF. Pranziamo insieme in attesa di Mauro & co, che arriveranno intorno alle 13.30. Sono puntuali ed Enio procede al secondo smontaggio e rimontaggio del retrotreno. Questa volta l’operazione va in porto felicemente: i pezzi rimediati vanno bene. Verifiche, adesivi vari sulle macchine, ci si trasferisce al terzo campo base in piazza del Santo. Si fa buio e lo spettacolo della piazza gremita di auto storiche è bellissimo. I fari illuminano il selciato con un effetto surreale. Ci si incontra con gli altri partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia (quasi, perché quest’anno Pasquale Cibbao ha dato forfait). Andrea Sinco e Luca partecipano con una A122 Elegant. Andrea si rammarica di non aver acquistato una lampada frontale cinese: può essere utile. Ne ho due, una è per lui.
Lo speaker ricorda le origini e la storia della manifestazione. Presenta qualche personaggio di spicco e dà il via alla gara. Parte l’auto numero 00 con Alessandro Bettega al volante. Poi tutti gli altri. Quando arriva il nostro turno è emozionante, come sempre. Siamo al terzo anno di partecipazione, ma sembra che sia la prima volta. Anzi forse siamo ancora più emozionati. Quando si è all’esordio c’è sempre un po’ d’incoscienza.
Il road book funziona. Distanze e incroci mi tornano. Poi la presenza del trip master, di cui finalmente siamo dotati, cambia radicalmente il mio orizzonte.
Ci trasferiamo a Bassano, il quarto campo base. Anche qui le auto in fila e i vigili operosi a spargere segatura sulle inevitabili macchie d’olio. Sosta al bar per un piccolo spuntino, rallegrati dalla presenza della gioventù del luogo che festeggia il carnevale.
Ci si inoltra nel percorso più impegnativo. Si affrontano le prime prove cronometrate. Ormai siamo nel pieno della gara. Tutto bene fino alla terza prova. Le chiodate fanno cilecca sulla partenza in salita nei pressi del traguardo. “Questo è un trecento” esclama Enio. Pazienza, la coppa “Dalla Favera” è questo e altro. I sei fari supplementari fanno egregiamente il loro lavoro. Tornanti ghiacciati e piste innevate vengono spazzolati dalla luce in maniera impeccabile. Alla variante Ponte San Lorenzo Arsié perdo il controllo del radar. Quando raggiungiamo Romano d’Ezzelino penso di avere sbagliato l’orientamento e di essere andato a Sud anziché a Nord. Rimedio con la mia carta tratta da “Meridiani montagne”. Trovo Arsié e tranquillizzo Enio. “Quanti chilometri mancano?” mi chiede. “Boh, ma siamo in orario” è la mia rassicurante risposta!
Si affronta Valnevera. Era una delle mie preoccupazioni. Ma va anche questa.
Si conclude la prima tappa da Romano Cornale a Piovega di sotto. Siamo arrivati in leggero anticipo. Possiamo rifocillarci e chiacchierare un po’ con gli amici. Lo spirito dei partecipanti mi ricorda quello dell’altra mia passione: l’alpinismo. Anche qui c’è senso di appartenenza a una casta e solidarietà reciproca.
Sabato 13 febbraio
Ormai la mezzanotte è trascorsa da un pezzo. Valnevera ormai è cosa tranquilla. Di prova in prova ci si avvicina a Lavarone. Ricordi di una lontana gioventù. Era il 1964 quando, diciassettenne, percorsi più volte la strada che da Moena portava a Lavarone passando per val di Cembra e val Floriana. Con la Vespa dovetti anche guadare un paio di torrentelli. Non c’era la quasi autostrada di oggi. Ma valeva la pena per passare dai baci di Raffaella a quelli di Gabriella. Non trascurando quattro escursioni a Punta Penia.
Il percorso di Fiorentini mi affascina. Poi la variante è fantastica. Qui Enio dà il meglio di sé come pilota e confesso di avere avuto anche in po’ di paura, ma non ditelo a nessuno!
La discesa verso Marostica ci riserva l’ultima emozione di gara. Il blocchetto d’accensione va in tilt ed Enio supera se stesso. Il motore si spegne. Non è possibile fermarsi, sia perché non ci sono piazzole, sia perché altrimenti si prenderebbero altre penalità. “Prendi il mio borsello ed estrai un cacciavite a croce. Ce ne sono due” fa Enio. Eseguo. Gli passo un cacciavite a croce di diametro troppo sottile. Con una mano continua a guidare e con l’altra smonta il copri piantone dello sterzo. Arrivato a valle c’è una piazza. Si ferma, prende due pezzi di cavo, bypassa il blocchetto e si riparte a mo’ di ladri. A Marostica arriviamo puntuali.
Equipaggio Biasci-Balestra |